Sukhoi Su-27 'Flanker'

 

Il potere aereo della Marina russa è stato notevolmente aumentato con l'entrata in servizio della sua unica portaerei, l'Admiral Kuznetsov, dotata dei potenti intercettori Su-27K.

Lo sviluppo di una versione imbarcata del Su-27 risale ai primi anni '80, all'incirca nello stesso periodo in cui fu lanciato il programma delle grandi portaerei sovietiche. Era previsto che tale velivolo avesse unicamente il ruolo di difesa aerea della flotta, andando così a costituire uno degli elementi di forza aerea assieme a una nuova piattaforma AWACS e al MiG-29K, caccia d'attacco multiruolo. Su questa base il Su-27K fu sviluppato dal modello base Su-27 dell'Aviazione e non dal Su-27M, velivolo multiruolo più avanzato, che a quel tempo era anch'esso in fase di sviluppo.

I differenti aspetti della configurazione di produzione prevista per il Su-27K furono provati attraverso parecchi prototipi sviluppati dal Su-27, inclusa una versione canard per le prove di controllabilità in avvicinamento ed una con il gancio d'arresto. Tre T10 (-3, -24, 25) ed uno dei primi Su-27UB furono utilizzati per le prime cruciali prove di decollo da un ponte di portaerei simulato. Il primo tentativo avvenne da un ponte ricreato a Saki il 28 agosto 1982. Il pilota era Nikolai Sadovnikov ed il velivolo il T10-3. Il ponte di prova fu poi rifatto per includere uno ski-jump uguale a quello adottato sulla prima portaerei sovietica, la Tbilisi, destinato a ridurre la corsa di decollo.

I tre T10 furono seguiti da un lotto di prototipi T10K (Su-27K). Il primo prototipo del Su-27K (T10K-1, codice 37) prese il posto del T-10-24 e si alzò in volo il 17 agosto 1987. Alcuni prototipi furono costruiti secondo uno standard che si avvicinava molto di più alla prevista configurazione di produzione. Tutti avevano la gamba anteriore del carrello con due ruote, l'ala ed i piani di coda ripiegabili ed ipersostentatori sul bordo d'uscita a doppia fessura.

In tutti i prototipi del Su-27K inoltre erano state accorciate le appendici carenate della coda, era stato installato un gancio d'arresto a sezione quadrata, mentre nessuno di essi aveva il paracadute freno. Gli ultimi prototipi avevano un paio in più di piloni subalari per il trasporto delle armi, portando il totale a dodici, comprese le postazioni alle estremità alari.

 

Le prove sulla portaerei

Le prove di appontaggio cominciarono il 1° novembre 1989, quando Viktor Pugachev fece posare il secondo Su-27K sul ponte della portaerei Tbilisi, diventando il primo pilota russo ad atterrare con un aeroplano tradizionale a bordo di una portaerei. Il secondo prototipo (T10-39) fu il primo Su-27K completamente navalizzato. Takhtar Aubakirov (su un MiG-29K) fece il primo decollo con lo ski-jump della Tbilisi, presto seguito dal suo collega Pugachev con il Su-27K.

I piloti della Marina russa iniziarono le operazioni sulla portaerei il 26 settembre 1991. Le prove in configurazione operativa si rivelarono molto positive e portarono alle prove di accettazione ufficiali, che vennero felicemente concluse nel 1994.

Se gli ambiziosi programmi dell'Unione Sovietica di costruire quattro portaerei si fossero realizzati, forse sarebbero stati necessari settantadue esemplari di produzione di Su-27K, invece con la massiccia riduzione del programma delle portaerei provocata dalla fine della guerra fredda la Admiral Kuznetsov (già Tbilisi e prima ancora Breznev) rimase l'unica in servizio e sia il programma per i velivoli AEW sia quello per i MiG-29K furono abbandonati.

Dal momento che la nuova portaerei doveva essere dotata di un solo tipo di velivolo, la logica avrebbe suggerito la scelta del multiruolo MiG-29K. Invece l'influenza politica del capo progettista della Sukhoi, Mikhail Simonov, fece sì che venisse adottato il suo aereo e la Marina russo fu obbligata ad accettare un velivolo dal ruolo ridotto, limitando di conseguenza anche l'operatività della portaerei.

Il Su-27K offre alcuni significativi vantaggi rispetto al Mig-29K, in primo luogo l'eccezionale raggio operativo. Prima di entrare in servizio il Su-27K fu ribattezzato dall'OKB Su-33, ma l'aereo rimane la versione imbarcata dell'intercettore basico della IA-PVO, con lo stesso radar 'Slot Back' e con solo una limitatissima capacità di attacco al suolo. Non si sa se l'AV-MF usi la designazione Su-33.

 

La prima missione

Il primo vero spiegamento operativo della Kuznetsov ebbe luogo ai primi del 1996, quando passò due mesi nel Mediterraneo. La nave schierava il 1° Squadrone del reggimento Severomorsk equipaggiato con i Su-27K. Sebbene si dicesse che fosse stato prodotto un lotto di diciotto Su-27K, sulla Kuznetsov vi erano solo una decina di Su-27K di produzione più l'ultimo prototipo.

Nonostante l'apparente abbandono del MiG-29K, la produzione di questo aereo è ancora tenuta in considerazione: la portaerei russa diventerebbe così un sistema d'arma più versatile.

Il progetto di una versione imbarcata più avanzata del Su-27 (descritta come Su-27KM o T10KM) basata sul Su-27M non è stato realizzato per i pesanti tagli alla spesa militare. Rimane comunque possibile che i Su-27K esistenti possano essere utilmente aggiornati per migliorare le loro prestazioni.

L'introduzione delle modifiche di metà vita del Su-27SM dovrebbe portare all'adozione del radar Zhuk, del missile R-77 (RVV-AE 'AMRAAMski'), di un largo ventaglio di armi di precisione aria-terra e di una versione potenziata dei motori turboventola Al-31FM o AL-35.

Un relativamente alto livello di capacità aria-terra potrebbe essere quindi introdotto a posteriori nei Su-27K esistenti. Ciò ridurrebbe l'interesse per l'acquisto del MiG-29K.

 

Le differenti possibilità di armamento del Su-27K

I Su-27K hanno la stessa dotazione di carichi esterni della IA-PVO, con missili aria-aria R-27 (AA-10 'Alamo') e R-73 (AA-11 'Archer'), sebbene la coppia aggiuntiva di installazioni subalari consenta il carico di altri due R-27, portando l'armamento per obiettivi oltre la portata visiva (BVR) a otto missili. Lo R-27 è disponibile in diverse versioni, e tra quelle installabili sul SU-27K vi è anche lo R-27M adatto ad obiettivi vicini alla superficie del mare, compreso missili di crociera volanti a soli tre metri sull'acqua. Questo velivolo sarà fra i primi a ricevere lo R-27AE, che sarà dotato di guida radar attiva. I Su-27K in servizio dispongono anche di un insolito contenitore ventrale centrale, temporaneamente identificato come contenitore di un sistema di ricognizione, o di un equipaggiamento collegato a qualche sistema di guida all'appontaggio. Fra i contenitori alternativi, un serbatoio di combustibile centrale od un sistema di rifornimento in volo UPAZ. Diversi tipi di bombe a caduta libera e di razzi, compreso l'ASM Kh-31 (AS-17 'Krypton'), possono essere agganciati sotto le semiali. Nessuno di questi carichi alternativi è mai stato fotografato sui Su-27K di produzione, che sembrano destinati al puro ruolo di difesa aerea della flotta. Uno degli armamenti disponibili per il Su-27K sarebbe il gigantesco Kh41, una versione da lancio in volo del missile antinave 2M80 'Moskit', anche noto con la sigla ASM-MSS.

 

Insegne del reparto

L'insegna di reparto del 1° Squadrone del Reggimento Severomorsk appare sulle derive e consiste in un'aquila di mare in picchiata. Alcuni aerei portano anche l'insegna della Marina russa del dopo Unione Sovietica: una croce di Sant'Andrea.

 

Comandi di volo

Nonostante la presenza delle superfici canard, il Su-27K mantiene i comandi di volo fly-by-wire di tipo analogico come nel modello di base, diversamente da quelli di tipo digitale del Su-27M.

 

Limitazioni del radar

Il radar 'Slot Back' del Su-27K ha abbondanza di potenza e di raggio operativo, ma è incapace di discriminare i bersagli, dare una priorità alle minacce, seguire più obiettivi. Il pilota deve perciò dipendere da sistemi di controllo intercettazione a terre od aeroportati; la sua capacità di valutazione della situazione in atto è però aiutata dalla trasmissione in sicurezza dati e dall'utilizzo di opportune tattiche.

 

Modifiche dell'ala

L'ala del Su-27K presenta degli ipersostentatori a doppia fessura che occupano quasi tutto il bordo d'uscita. Le sezioni interne si muovono simmetricamente come flap, mentre le sezioni esterne possono operare anche alle basse velocità in modo differenziale come alettoni.

 

Cabina di pilotaggio analogica

La cabina del Su-27K è molto simile a quella del modello base con solo alcuni comandi particolari per azionare il gancio d'arresto e ripiegare le semiali. Il passaggio alla versione imbarcata è quindi estremamente diretto e non esiste una versione biposto.

 

Carenature accorciate

Le carenature della coda del Su-27K sono accorciate per permettere atterraggi con assetti molto cabrati. Ciò, per contro, ha costretto a ridurre il numero di contenitori posteriori di contromisure meccaniche ed a posizionarli più avanti.